Archivio blog

venerdì 28 marzo 2014

Un amore infinito.....nonna Giuseppina



Io e la mia amata nonna a casa di zio Gaspare, il giorno del matrimonio di mio fratello Franco.
Mia nonna!! Le volevo un bene grande,  che non è mai scemato. Quando, studentessa delle scuole elementari e medie, studiavo a casa sua assieme alle mie compagne, era felice, gioiva nel vedere la casa piena di ragazzi. Fu felice pure quando le presentai Riccardo, il mio ragazzo. Glielo portai a casa e lei, gentile ed affettuosa, preparò il caffè e lo servì nel servizio buono, su una tovaglietta di lino ricamata, era del suo corredo. Mi disse, dopo che Riccardo andò via: « Beddru giuvini» ed aggiunse « Ricordati, a mamma, ama l'omu to cu viziu sò, e ricordati che l'ultima parola ha esseri sempre a sua». Le piacque subito quel giovane e si preoccupò di darmi i giusti ammaestramenti per tenerlo legato a me. Viva il femminismo!!, ma lei non sapeva cosa fosse!! Com'era dolce, quanto le volevo bene. E' sempre presente nei miei ricordi la mia nonna mamma. Avrei tante storie da raccontare su questa piccola grande donna, un giorno chissà!!!!.............

11 commenti:

  1. Che amore la nonna Giuseppina! Hai proprio ragione, era proprio una persona speciale alla quale abbiamo tutti voluto un gran bene.
    Ho un ricordo particolare che riguarda i pomeriggi d'estate trascorsi a casa sua a giocare a carte. Eravamo bambini un po' insistenti ma lei, con grande pazienza, ci accontentava: "ammu a jucari a scupa? Avanti ...". Preparava il suo borsellino con le monetine da 10 lire e un fazzoletto per detergere il sudore. Poi cominciavamo a giocare e se qualcuno tra me e Rino aveva carte sfacciatamente buone, l'espressione ironica della nonna arrivava puntuale: "Accussì! Coglia 'a mamma, coglia".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bellissma questa!!!
      Ricordo, aro piccola di circa 4-5 anni, vivevo praticamente a casa sua e la mattina, veniva nel mio letto e mi diceva:« A vo a cafiata a mamma, che crisci?»

      Elimina
  2. Meravigliosa! L'amore che nonna dimostrava era straordinario!
    Mi hai fatto venire in mente un'altro episodio: mattina a tavola per la prima colazione. La nonna si accorge che non stò mangiando molto (volevo stare leggero per fare il bagno). Lei lo capisce e mi dice: "Ancora u sa' quantu ci vo' p'u mari? Mangiatilla a giammella ca bbona è!"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
    2. Ero la sua segretaria personale e, nel pieno rispetto di questo ruolo, mantenevo il suo sacro rapporto epistolare con l'adorata figlia Teresa. La domenica era ormai tradizione: penna, carta, seduti comodamente al tavolo, lei con una postura che diceva tutto sull'importanza che attribuiva a quell'evento e si partiva. « Pronta sì a mamma?» esordiva, come per richiamarmi all'ordine e all'attenzione. Io mi preparavo ad effettuare le traduzioni più difficili e ad eludere qualche manifestazione di affetto di troppo. L'inizio era sempre lo stesso: « Cara figlia adorata, come stai? Come stanno Enzo e i picciliddri? vorrei essere un auccello per volare da te ». «U scrivisti a mamma?, avanti, ora scriva accussì..». Che meraviglia, quanta innocenza in quella nonnina e quanta naturalezza!!!.
      Il guaio era quando io, cercando di far finta di leggere ciò che lei aveva detto ma che in realtà, per ovvie ragioni, non avevo scritto, sbagliavo o non ricordavo bene. Lei mi rimproverava con piglio austero ma affettuoso, invitandomi a trascrivere fedelmente quello che aveva dettato. « Avà, a mamma, ha stari attenta, che appò scrivi u tri ppi quattru». Che bei ricordi!!

      Elimina
    3. Questa proprio non la sapevo!
      Ho gli occhi lucidi, un po' per le risate e un po' per l'emozione che questo racconto suscita.
      Grazie Pina!

      Elimina
  3. In estate, tanti anni fa, la domenica si trascorreva a mare, sempre alla Mollarella, diventata la zona più frequentata, dopo che, non so per quale motivo, i licatesi avevamo abbandonato la Giummarella. Alle 9 del mattino eravamo tutti in macchina - sempre la stessa storica 600 rigorosamente carica di attrezzi, vettovaglie, giochi, tovagliato vario e divertimenti di tutti i tipi, un po' come nei film anni '60: a ripensarci rido da sola!! -.
    La nonna aveva sempre il posto davanti ed era la prima a sedersi e la prima ad uscire una volta giunti in spiaggia. Ma questo atto di cortesia era un po' motivato: due cose scendevano per prime dalla macchia, una sedia e la nonna, che vi prendeva subito posto, nel pezzo di spiaggia scelto e sapientemente studiato da papà, come il migliore meteorologo non avrebbe saputo fare, per motivi di luci ed ombre che il sole durante l'intera giornata avrebbe disegnato intorno al nostro "accampamento".
    E li si cominciava ad attrezzare l'area occupata. A volte si tardava nel trasloco dalla macchina, posta nel parcheggio, al punto in cui la nonna sedeva, immobile per paura che altri si appropriasse di quel pezzo di spiaggia, e allora lei, col tono un po' compiaciuto per il ruolo "importante" che rivestiva, un po' risentito perchè, in fondo, quel ruolo non capiva perchè dovesse toccare a lei, ad ognuno che arrivava col carico esclamava: « Senti, sta camurria ancora assai hava ddurari!! Mi staiu arrustennu a testa. A prossima ia u palu unnu vogliu fari, u faciti vattri!!» E giù le risate mie e di Franco.
    Naturalmente non si stava bruciando, nè faceva il palo per capriccio, ma solo perchè non poteva fare avanti e indietro per il "trasloco. Oddio, se ci penso, ho le lacrime agli occhi. Per il resto, manco a dirlo, si divertiva tantissimo e per tutti era bellissimo averla con noi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bellissima!
      Ieri ho avuto modo di leggere a mamma questo tuo ricordo di nonna e ci siamo divertiti a immaginare la situazione che hai descritto così bene. Quale poteva essere il suo sguardo, severo e fiero allo stesso tempo, mentre presidiava il sito. Come poteva essere il suo tono di voce o i suoi gesti quando vi sollecitava a fare in fretta il "trasloco". Credo che mamma stia sorridendo ancora adesso!

      Elimina
  4. "Santa Barbara passà e cci dissa: «Unni va?».« Vaiu a dicu na parola, senza lampi e senza trona!» Era un ritornello che la nonna Giuseppina recitava sempre quando pioveva, ed io l'ascoltavo attenta e curiosa di vedere se la santa ascoltava la preghiera di mia nonna. Era sempre un miracolo, una coincidenza che per tanto tempo- bambina ingenua - mi ha fatto credere che Santa Barbara veramente ascoltasse l'orazione e facesse smettere di piovere. Nonna ci credeva veramente e, puntuale come sempre, alla fine della pioggia, ringraziava la Santa per la sua generosità.

    RispondiElimina
  5. Mia madre mi racconta che, quando era rimasta l'unica figlia a vivevere con la nonna, una delle loro gioie più grandi era l'arrivo di Pina a casa che sarebbe rimasta a dormire con loro. Era una festa vera e propria! La nonna si accordava con Zio Carlo e lanciava un urlo a mamma: "Teresa! 'ncoccia i letta 'a mamma ca Pina dorma ccu nattri!"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bellissima!!
      Era proprio in quelle occasioni che la mia gioia arrivava ai cieli. Ricordo, era Giugno o forse fine Maggio, mia mamma mi aveva comprato dei sandaletti e li avevo portati con me, da Camastra dove vivevamo a quei tempi, a casa di nonna a Licata. Aspettavo l'occasione giusta per calzarli ed esibirli - allora si riusciva a gioire anche per un paio di sandaletti nuovi!!- Non ricordo bene, in effetti era forse Maggio ed ero andata a Licata per la festa di S, Angelo. Insomma, giunse il giorno in cui zia Teresa mi doveva portare fuori a passeggio, ma giusto quella mattina si mise a piovigginare. La nonna mi proibì tassativamente di mettere i sandaletti, perchè mi sarei bagnata i piedi e sicuramente ammalata. Zia Teresa, invece, non sopportò il mio pianto di delusione ed abbracciandomi mi disse - ricordo ancora il suo tono di voce -« vena a mamma, che ti mettu, comu vena, vena». La mia felicità era al massimo. Per fortuna smise di piovere ed uscimmo. Facevamo lo slalom tra le piccole pozzanghere che la pioggia aveva creato, ma una goccia di acqua non arrivò ai miei piedi, né i miei sandaletti nuovi si bagnarono, per la gioia mia e la tranquillità di zia Teresa che, al ritorno a casa, potè rassicurare la nonna preoccupata.

      Elimina